PROLOGO
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
Molte cose si possono dire della ragazza di 16 anni il cui nome completo è
Sara Katherine Hope Summers, ma non che sia una ragazza normale, quale che sia
la vostra definizione di normalità.
Suo padre, sua madre e suo zio sono tra i più famosi supereroi del mondo,
il suo nonno paterno è un pirata spaziale, i suoi fratelli… beh, diciamo che
hanno una storia complicata.
Fin da prima che nascesse, Sara è stata al centro di complesse trame tessute
da aspiranti conquistatori o distruttori del pianeta Terra e talvolta
dell’universo intero. È stata rapita e minacciata troppe volte per raccontarle
tutte e comunque non è del passato che ci interessa parlare.
Sara si agita nel letto e sogna. Nel suo sogno vola oltre i limiti
dell’atmosfera terrestre ma non ha paura.
Supera i confini dell’universo conosciuto e si spinge fino a dove nessun
essere vivente è mai giunto prima.[1]
Davanti a lei, un enorme uccello che brucia del fuoco cosmico e che le
parla:
“Io sono la forza e la vita incarnate, io sono Fenice.
Finalmente sei venuta a me, figlia mia!”
Sara si sveglia di colpo ed è quasi sorpresa di trovarsi nella sua stanza.
Non dubita nemmeno per un istante che la sua esperienza di poco prima sia stata
in qualche modo reale.
L’avevano avvertita che poteva succedere e ora sa che è vero: la Forza
Fenice vuole un nuovo ospite e ha scelto lei.
Marvel IT presenta
(UN VIAGGIO DI 15 ANNI
IN UN FUTURO POSSIBILE)
IL VOLO
DELLA FENICE
di Carlo
Monni e Mickey
Worthington Tower, Manhattan, New
York.
Il ragazzo dai capelli neri si sveglia appena un po’ confuso. Gli basta,
però, guardare le due splendide gemelle bionde che dormono nude, proprio come
lui, una alla sua destra e l’altra alla sua sinistra nel letto disfatto mentre
i loro abiti giacciono alla rinfusa sul pavimento, per ricordare tutto della
notte appena passata.
Il ragazzo sorride. Chi poteva pensare che le Naiadi di Stepford, o almeno
due di loro, solitamente più fredde del ghiaccio artico, si rivelassero così calienti tra le lenzuola?
Una specie di mugolio lo avverte che le ragazze si stanno svegliando. Una
di loro alza la testa verso di lui che la saluta:
-Ciao Sophie.-
-Io sono Celeste, Sophie è lei.- replica la giovane donna indicando
l’altra ragazza che sta cominciando a muoversi.
Il ragazzo arrossisce e Celeste ride.
-Non preoccuparti, Petey, ci siamo abituate ormai. Ci confondono tutti e
quando siamo in quattro è anche peggio.-
-È vero, anche Arno Stark ha confuso i nomi delle nostre sorelle
stanotte.- aggiunge Sophie.
-Che c’entra Arno Stark?-
-Hanno passato la notte con lui.-[2]
risponde Celeste.
Il ragazzo è sconcertato.
-Voi… siete in contatto mentale anche quando… quando…?-
-Ma certo.- ribatte Sophie -Noi siamo le Quattro-in-Una, condividiamo
tutte le nostre conoscenze ed esperienze.-
-Proprio tutte.- aggiunge, maliziosa, Celeste.
Petey Rasputin, figlio di Colosso, non sa cosa dire.
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
Gli alunni sciamano fuori dall’edificio correndo e ridendo. All’apparenza
potrebbero sembrare comunissimi studenti felici del termine di una dura
giornata di lezioni, ma a vederli meglio si noterebbe che non tutti rientrano
nella definizione di “normale” o “comune”. Alcuni infatti hanno un’apparenza
fisica che li etichetta immediatamente come diversi da un normale essere umano
ma anche quelli che hanno un aspetto teoricamente normale non lo sono. Sono
mutanti e quella dove si trovano è una scuola creata apposta per loro:
l’originale Istituto Xavier, dove, oltre a ricevere un’istruzione tradizionale,
vengono addestrati nell’uso dei poteri con cui sono stati benedetti o maledetti
a seconda dei punti di vista.
All'uscita da una banale lezione di Geografia della professoressa St.
Croix, Agustín Lanuez prende da parte la sua migliore amica nel tragitto verso
l'aula di Chimica, dal professor Cassidy.
-Oggi ti vedo di umore strano, eri a dir poco distratta. Che succede? Ancora il
dilemma sentimentale?-
-No, non è un problema...-
-Infatti! È quello che ti dico io dall'inizio! Perché scegliere tra due ragazzi?
Siamo nel ventunesimo secolo, ca##o. Che Charlie ed Harry se ne facciano una
ragione di una storia a tre!-
Mentre li nomina, il terzo occhio sopra la nuca del giovane mutante si sta
assicurando che i nominati siano dietro di loro, ma a distanza di sicurezza. E
così è. A due estremi opposti del corridoio, si trascinano con una camminata
virile due "figli d'arte" come Sara: da un lato Charles
"Charlie" Magnus Williams, figlio di Wonder Man e Scarlet, dall'altro
Erista "Harry" Logan, figlio di Wolverine. Non potrebbero essere più
diversi. Il primo ha un posto assicurato nei Vendicatori, al netto di
nepotismi, ed è il sogno romantico di mezza scuola. Il secondo è una gatta da
pelare - anche letteralmente - che solletica gli appetiti delle studentesse, e di
alcuni studenti, con un debole per il “ragazzo sbagliato”, il pluri-ripetente,
o per gli uomini pelosi e selvaggi.
-No, io... non sono pronta per una situazione del genere. E comunque non è
per loro che sto così. È che... sta
succedendo qualcosa nella mia testa. Non so se è una ca##ata, se è un problema
o se sto sviluppando una mutazione secondaria.-
-Speriamo l'ultima. Ormai se non hai una Secondaria non sei nessuno. Non
che tu ne abbia bisogno, col tuo pedigree. Dici che ha a che fare con la tua
testa..? Avrebbe senso. Finora hai avuto i raggi ottici di tuo padre, magari è
il turno dei poteri mentali!-
-Può darsi, anche se in genere la ricombinazione dà effetti diversi. -
-Non mi pare sia successo con la prof - dice, riferendosi a Rachel
Summers, colei che potrebbe essere qualificata come una sorella di Sara, ma che
quasi nessuno tende a etichettare come tale. Troppo complicata la loro storia.
-Altro punto per te. Ne parlerò coi miei, tranquillo.-
-Non c'è bisogno di aspettare tanto, facciamo una prova! A che cosa sto
pensando?-
-A un threesome con te, Wonder
Boy e Sabreclaw.-
-Wow, allora è sicuro che sei telepate!-
-No, ho solo scommesso sull'ipotesi più ovvia, conoscendoti, porco che non
sei altro.-
-Ma no, è solo che il tre è il mio numero fortunato!-
Agustín le dà un'amichevole spallata in accompagnamento al suo mantra.
Sulla soglia della propria aula, la professoressa Katherine Pryde, Kitty
per gli amici, vestita di un austero tailleur blu, vede passare i due amici che
scherzano bonariamente tra loro. Si toglie gli occhiali e con un lieve sorriso
sulle labbra si rivolge alla giovane donna dai capelli rossi che veste un
abitino dello stesso colore e decisamente meno castigato:
-Non ti ricordano noi alla loro età?-
-Non saprei.- risponde Rachel Summers -Alla loro età io ero internata in
un campo di concentramento per mutanti. Stai suggerendo che l’Istituto ci
assomiglia?-
-Ray, sei sempre una guastafeste. Ad ogni modo, anche se stava sorridendo,
ho notato uno sguardo strano negli occhi di Sara.-
-Sì, in realtà anch'io avverto vibrazioni negative.- conferma Marvel Girl,
con maggior cognizione di causa alla luce dei suoi poteri.
Manhattan, New York.
Due figure volano sopra l’edificio noto come Worthington Tower e
planano verso il tetto. Uno è un uomo dall’aspetto giovanile che indossa un
costume blu e bianco e sfoggia sulla schiena un paio di grandi ali bianche e
l’altra è una ragazza pure bionda che dimostra meno di trent’anni e indossa un costume aderente fucsia che termina in una
minigonna che svolazza al vento. Emana un’aura luminosa e apparentemente vola
grazie ad un paio di ali fatte di pura luce.
Lui è Warren Kenneth Worthington Terzo, un nome più
che adatto all’erede di una delle più antiche e ricche famiglie dello Stato di
New York. È anche un membro fondatore degli X-Men e quando agisce in veste di
membro di quello storico gruppo, è meglio noto col nome in codice di Arcangelo.
La ragazza è sua figlia e si chiama Grace O’Sullivan
Worthington. Anche lei fa parte degli X-Men ed è nota con l’appropriato nome di
Angel.
-Se c’è una cosa che mi spaventa più di uno scontro
con un supercriminale…- dice Warren mentre aziona l’ascensore che li porterà
all’interno -… è un meeting del Consiglio dei Direttori.-
-Ma come, papà…- replica Grace con un sorriso
malizioso -… non ti fidi della nuova presidente delle Industrie Worthington?-
-Mi fido, mi fido.- ribatte lui -Stai facendo un
ottimo lavoro. Ora andiamo a metterci qualcosa di più appropriato prima che
cominci la riunione.-
-Cosa c’è che non va in come siamo vestiti adesso?-
Warren sfoggia un sorrisetto divertito mentre
risponde:
-Che faresti venire un infarto ai membri più anziani,
ecco cosa.-
Grace Worthington scoppia in una risata allegra
-Beh, magari potrei sollevar loro, il morale.- commenta maliziosamente.
-Sei decisamente mia figlia.- ribatte Arcangelo.
In un'anonima casa di North Salem, contea di Westchester.
Un uomo e una donna conversano intorno a una tavola di una classica
villetta della provincia americana. Al di là delle fattezze di
lui, palesemente risultato di una mutazione o forse di un’origine non umana, potrebbero sembrare a un occhio avvezzo una normalissima coppia. Invece,
nonostante qualche estemporaneo accoppiamento, si tratta solo di due soci, con
in ballo l'affare della loro vita.
-Al più presto parlerà con i suoi genitori. Dobbiamo agire prima che lo
faccia. Prima che scoprano quello che le sta succedendo- insiste la femmina.
-Stanotte dobbiamo agire, allora. Ho già un piano.-
-Vorrei vedere..! Sono anni che aspettiamo questo momento.-
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
Le voci corrono e arrivano alle orecchie più sensibili all'argomento.
Sotto molti punti di vista Scott Summers preferirebbe non affrontare la
questione, ma alla fin fine deve ammettere che non è altro che un tipico padre
in ansia per la figlia adolescente ed è
per questo che si è preso la briga di andare in sala docenti per parlarne con
qualcuno che spera possa dargli più informazioni.
-Sì, posso confermarti quello che ti ha detto Rachel.- annuisce Monet St.
Croix, parlando senza particolare soggezione con lo storico fondatore degli
X-Men.
-Dimmi la tua versione dei fatti, M.- le intima Scott con uno sguardo che
potrebbe letteralmente fulminare, al di là degli occhiali al quarzo rubino.
-È un po' distratta negli ultimi
giorni. Ma è un’adolescente, Scott. Sarebbe strano se non fosse distratta o
inquieta.-
-Tu non eri così alla sua età.-
-E ti sembro un tipo normale?-
Ciclope sta per ribattere che nessuno di loro rientra nei parametri della
cosiddetta normalità, ma ci ripensa: la donna chiamata M non sarebbe stata la
tipica adolescente anche se non avesse avuto i suoi poteri.
Monet prosegue:
-Piuttosto, starei attenta a Williams ed Erista, le ronzano molto intorno.
A naso, direi che faresti il tifo per Charlie.-
-Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. E mi accontento di pensare che
abbia semplici turbe sentimentali.-
-Magari ne parla con sua madre. Fattelo dire per esperienza. Puoi provare
a parlarne con lei.-
-In questo caso, non ne saprò mai nulla.- borbotta Ciclope -Madri e figlie sono
sempre solidali contro i padri.-
-E questo dove l’hai letto, nei bigliettini dei biscotti della fortuna?
Fidati, Scott, la vita è più complicata di così.-
“Magari non lo sapessi.” pensa amaramente Scott.
-Ci penserò.- risponde infine -E tu, hai ripensato alla mia proposta di
unirti alla mia squadra? Sei sempre sicura di non volerti unire all'azione?-
-Non finché Eleonore non si diploma. Voglio starle vicina. Manca poco,
dai.-
-Sei sicura di essere davvero tu e non un tuo clone da una realtà
alternativa?-
Monet St. Croix piega leggermente gli angoli delle labbra, la sua versione
di un sorriso allegro.
-Molto divertente, Scott.- replica con un tono che sembra sottintendere il
contrario.
-Beh, ora devo andare.- aggiunge -Sta per cominciare la mia ora di lezione
e un buon insegnante deve essere sempre
puntuale.-
-Buon lavoro, allora.-
-Anche te. Ci aggiorniamo.-
Worthington Tower, Manhattan, New
York City.
Nella stanza del pericolo c’è
decisamente attività. Sotto lo sguardo burbero di Alex Summers, meglio noto
come Havok un po’ di X-Men si stanno allenando.
-Mettici più impegno, Petey…- sta dicendo al ragazzo dalla pelle corazzata
che sta sostenendo una pressa idraulica -… tuo padre faceva questo esercizio a
occhi chiusi.
-Pessima mossa.- commenta Mirage -Il ragazzo si sente già in competizione
col padre. Non era il caso di ricordargli quanto era in gamba.-
-Lo si può sempre stimolare.- replica una ragazza dai lunghi capelli neri
che dimostra a stento vent’anni mentre entra nella stanza e contemporaneamente
fa scattare dal polso sinistro tre artigli che danneggiano il quadro comandi
disattivandolo.
-X-23, che stai facendo?- urla Havok.
-Gli sto dando un incentivo, che male c’è?- ribatte Laura Kinney
posizionandosi accanto a Peter Rasputin.
-Che ci fai qui?- chiede il figlio di Colosso.
-Ho scommesso che ce l’avresti fatta e voglio vedere da vicino se ho
ragione.-
-Ma…-
-Vedi… ho distrutto il quadro comandi
e ora il peso sulle tue spalle sta aumentando, ma non puoi rinunciare e
se cedi quel blocco di metallo schiaccerà anche me. Sopravvivrò probabilmente,
ma sarà molto, molto doloroso,
-Tu… sei pazza!-
-Probabile. Mio padre sottopose il tuo alla stessa prova molti anni fa[3],
indovina com’è finita?-
-Se ce l’ha fatta lui, posso riuscirci anch’io… posso!-
Con uno sforzo titanico il ragazzo che i compagni di squadra chiamano bonariamente
Kid Colosso spinge la pressa oltre il punto di rottura mandandola poi verso la
parete opposta.
-Beh… è veramente la figlia di Wolverine, chi può dubitarlo?- commenta con
un sogghigno divertito Danielle Moonstar.
I due ragazzi escono dalla stanza.
-E adesso?- chiede Petey Rasputin.
-Adesso andiamo a farci una birra al pub qui sotto.- risponde Laura.
-Una birra a quest’ora? Preferirei un milk shake.
-Ma sei davvero sicuro di avere sangue russo nelle vene?-.
Per le strade di New York.
Una rapina in banca non è una cosa insolita nella Grande Mela e dopo tutti
questi anni di battaglie tra supereroi e supercriminali, nemmeno che il suo
autore sia, per l’appunto, un supercriminale in costume. Si fa chiamare
Killerwatt e con un nome simile quali poteri potrebbe avere se non di tipo
elettrico?
Quanto basta, comunque per tenere a bada la Polizia, che ha messo in campo
la sua squadra d’élite anti supercriminali: Codice Blu.
-Qui è il Sergente Chase di Codice Blu.- grida in un megafono una
poliziotta dai capelli biondi che indossa la tipica divisa SWAT -Arrenditi
Killerwatt, non hai via di scampo!-
-Se lo credete davvero, perché non venite a prendermi?-
L’aura elettrica che circonda il criminale si espande a 360 gradi. L’aria
odora di ozono, i capelli si rizzano in testa ai presenti e poi… qualcosa
piomba addosso a Killerwatt a tutta velocità: un giovanotto dai capelli biondi
che gli è letteralmente volato addosso. Il campo elettrico che circonda il
criminale lo ha protetto dal colpo ma non ha potuto evitargli di essere
proiettato indietro di qualche metro.
Killerwatt si rialza ma un pugno lo rimanda lungo disteso.
-Un altro con la mascella di vetro.- commenta il nuovo venuto.
La poliziotta bionda gli si avvicina e gli dice:
-Grazie dell’aiuto, Cannonball. Ci hai risparmiato un sacco di problemi.-
-Sono sempre lieto di aiutare la comunità, Sergente.- replica Samuel
Zachary Guthrie.
-Ti ho già detto mille volte che puoi chiamarmi Carolyn.-
-Io… Uh… me lo dimentico sempre. Ora mi scusi ma mi attendono alla sede degli
X-Men.-
Cannonball prende il volo e si allontana lasciando una scia di calore
dietro di sé.
-Comincio a sospettare che sia timido.- borbotta Carolyn Chase.
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
Nel dormitorio della scuola è l'alba di un nuovo giorno di lezioni.
Agustín è il primo a svegliarsi nella tripla mista che gli hanno
assegnato. Ed è il primo a notare il letto intonso della sua amica.
-Elly..? Eleonore?!- scuote la terza inquilina della stanza, la figlia di
Monet.
-Ohi, che succede..?- biascica la ragazza, con la bocca impastata dal
sonno.
-Hai visto Sara?-
-No…-
-Sembra che non sia mai tornata a dormire. Ho provato a chiamarla, ma ha
lasciato il cellulare qui. -
-Quella cag##a... si sarà addormentata in stanza coi ragazzi?!- commenta
la figlia di Monet St. Croix.
-Glielo auguro di cuore. Provo a scriverle.-
Da qualche altra parte.
Non è sicura di dove sia né di come ci sia arrivata, il luogo le è ignoto
ma al tempo stesso le è curiosamente familiare. Improvvisamente capisce: è
nello Spazio e sta osservando il Sistema Solare dall’esterno, come fosse
tutt’uno col sole, ma è impossibile.
“Figlia!”
Ed eccolo di nuovo davanti a lei: l’enorme uccello di fuoco, la Fenice che
le parla nella sua testa con voce femminile.
“Non sono tua figlia.” ribatte Sara Summers.
“Lo sei, come lo erano
coloro che ti hanno preceduto. Accetta il tuo destino. Abbraccia il potere che
è tuo di diritto!”
Il fuoco l’avvolge e Sara grida.
Worthington Tower, Manhattan, New
York City.
Il grido echeggia nella mente della madre della ragazza Jean Grey, che si
alza di scatto dalla sua poltrona e grida a sua volta prima di crollare a terra
svenuta.
È Warren Worthington a correrle accanto per primo e chinarsi su di lei.
-Jean, Jean, che succede?-
L’esperienza di anni ha insegnato ad Arcangelo che questo non è un comune
svenimento: Jean ha ricevuto un messaggio telepatico e quando avviene in questo
modo, il risultato non possono essere che guai.
Quel che dice Jean risvegliandosi conferma i suoi peggiori timori:
-Sara… la Forza Fenice la vuole.-
Quello che hanno temuto per anni si sta avverando. Warren non esita un
secondo e si rivolge alla figlia:
-Grace, avverti gli altri e fai preparare l’elicottero: andiamo a
Westchester immediatamente.-
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
L’auto
si ferma davanti al portone della grande villa e ne scende un uomo vestito come
lo stereotipo del professore vecchio stile... con tanto di cravattino occhiali
sul naso e toppe ai gomiti. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse completamente ricoperto di
pelliccia blu, ma, ripensandoci, in questo posto è tutt’altro che strano.
Henry
P. McCoy di ritorno da New York, dove ha inutilmente cercato di convincere
Angelica Jones, alias Firestar, ad abbandonare un posto di insegnante alla
Empire State University per una cattedra all’Istituto,[4]
sperava in un pomeriggio tranquillo da dedicare ai suoi doveri di preside ma a
quanto sembra il destino ha deciso diversamente. Quando vede l’elicottero con la
grossa X racchiusa in un cerchio apprestarsi ad atterrare, sa che dev’essere
successo qualcosa di grosso.
Sospirando
il mutante noto come la Bestia entra nell’edificio.
Si sta avviando al suo ufficio
quando dai due lati opposti del corridoio vede arrivare rispettivamente Ciclope
ed M da una parte e Arcangelo e Fenice dall’altra.
Guai grossi, pensa.
-Normalmente sarei felice
di vedervi.- dice loro -Ma qualcosa mi dice che la vostra non è una visita di
cortesia.-
-Sara è scomparsa.-
esordisce Ciclope.
-Forse è stata rapita
dalla Forza Fenice.- aggiunge Jean.
-Allora la cosa è davvero
seria.- conviene Hank -Che ne sappiamo?-
-I suoi compagni di stanza
dicono che non è rientrata nella sua stanza stanotte.- spiega Scott Summers.
-Beh, non vorrei sembrare
indelicato ma siete sicuri che non abbia passato la notte con qualche ragazzo?-
-Non sono uno stupido,
Hank, ci ho pensato anch’io e ho controllato. Ti posso assicurare che Sara non
è nell’edificio ed in nessuno dei padiglioni.-
-E c’è di più.- afferma
Jean -Ho cercato di contattarla telepaticamente senza alcun successo.-
-Confermo.- interviene
Monet -Anche i miei scan telepatici non hanno rilevato nulla.-
-Brutto affare.- borbotta
Hank -Sapevamo che un giorno o l’altro i poteri della Fenice potevano
risvegliarsi in lei ma se è scomparsa e non se ne trova traccia…-
-Vuol dire che c’è al
lavoro qualche forza esterna.- completa Jean -Qualcuno che vuole accedere ai
poteri della Fenice... ma Sara è ancora giovane ed impreparata a gestirli. Se
non avrà il giusto addestramento, un potere così grande potrebbe corromperla,
farla diventare…-
È Ciclope a completare la
frase dicendo ciò che tutti temono di sentire:
-Fenice Nera.-.
Da qualche altra parte.
-Sta resistendo più del
previsto.- dice l’uomo.
-È solo questione di tempo
e poi cederà.- risponde la donna -Il potere è dormiente in lei da troppo tempo,
vuole emergere, brama di manifestarsi e
quando lo farà, noi ce ne impadroniremo.-
-Me lo auguro. Sono sedici
anni che pianifico questo momento e non intendo farmelo sfuggire.-
“Nemmeno io.” pensa la
donna “Nemmeno io”.
Istituto Xavier. Salem Center, Contea di Westchester, NY.
Cinque minuti dopo essere
stato chiamato, il mutante ispanico di nome Agustín Lanuez è nell'ufficio del
preside.
Un quarto d'ora dopo, sta finendo di spiegare ad un uditorio dalle facce
severe quello che sa.:
-...mi aveva detto che le era arrivato un messaggio da Charlie ed Erista e
che usciva per vederli. Ma è sparita e non si è portata nemmeno il cellulare.-
Convocati in tutta urgenza, gli interpellati reagiscono in maniera diversa
alle notizie e alle accuse.
-Ve lo ripeto, non ho scritto nessun messaggio.- insiste Wonder Boy.
-Neanch'io ne so nulla, Scott.- dice Erista, con ostentate familiarità e
mancanza di rispetto dell'autorità,. Non a torto: in fondo militano tutti nella
stessa squadra, a dispetto della differenza d'età. -E poi non sono il tipo da
messaggi, non ho neanche un telefono, io. Se avessi voluto, mi sarei
arrampicato alla sua finestra e l'avrei presa di forza.-
-Sai che questa esternazione non depone molto a tuo favore, vero?- gli fa
notare Jean Grey. Tutto l'istinto materno riversato sul ragazzo nel corso degli
anni si vaporizza al calore della preoccupazione di una vera mamma.
-Fa' vedere il telefono di Sara.- chiede Scott ad Agustín.
-Signor Summers, non è corretto...- prova a ribattere lui temendo che le
loro conversazioni imbarazzanti possano essere lette da occhi indiscreti.
-Mia figlia è scomparsa e farò quello che è necessario per trovarla.-
ribatte Ciclope che glielo strappa di mano e inizia a esplorarlo -Qui in
effetti non risulta nessun messaggio dai ragazzi, ma potrebbe averlo
cancellato.-
-No, signor Summers, glielo giuro su quanto ho di più caro!- esclama
esagitato Charles Williams, in preda al panico.-
-Dice la verità, Scott.- conferma Jean, che nel frattempo ha eseguito un
discreto scan telepatico sui ragazzi.
-Il che conferma quello che già sapevamo: Sara è stata rapita.- conclude
la Bestia.
-Non so niente di questa storia e, anzi, mi preoccupo anch'io. Voglio...
bene a Sara. Se vi mettete a cercarla, voglio venire con voi.- afferma Charles
con decisione.
-Anch'io - si accoda l'altro amico della ragazza.
-Grazie, servirà tutto l'aiuto. Di tutta la squadra .- rimbrotta Scott
all'indirizzo di Sabreclaw, che finge di cadere dalle nuvole.
Se qualcuno ha rapito Sara dovrà vedersela con me.- dice -Lo farò pentire
amaramente di averlo fatto.-
E a sottolineare le sue parole sfodera i suoi artigli.
-Mi ricordi sempre più tuo padre.- sottolinea Scott -Stesso brutto
carattere.-
-Grazie.-
-Non voleva essere un complimento.-
In quel momento si ode un suono inequivocabile per tutti i presenti.
-Un'emergenza proprio adesso.- borbotta Ciclope.
-I guai non vengono mai da soli.- commenta Hank.
-Devo andare in sala riunioni. Forse ha a che fare con Sara, ma anche se
non fosse così, non posso ignorare la chiamata-
-Veniamo tutti con te, Scott.- afferma Warren in un tono che non ammette
repliche.
Sala riunioni cinque minuti dopo.
Ciclope e gli altri entrano per trovarsi di fronte a tutto il resto della
sua squadra assieme agli altri membri di quella di Warren.
-Di che si tratta?- chiede.
-Exodus.- risponde Shadowcat.
-Ancora lui? Ma non riusciamo mai a sbarazzarcene una volta per tutte?-
esclama Mirage.
-È come una moneta falsa.- commenta l’Uomo Ghiaccio -Continua a saltar
fuori.-
-Bah, lasciate che arrivi a tiro dei miei artigli e vedrete che non ci darà più
fastidio per sempre.- interviene Sabreclaw baldanzoso.
-Calma i tuoi bollenti spiriti, Harry.- lo redarguisce Karma -Non conosci
Exodus abbastanza. Non è così facile da uccidere, puoi credermi.-
In quel momento entrano di corsa due ragazze bionde assolutamente
identiche vestite con un’aderente tuta bianca: due delle Naiadi di Stepford.
-Notte movimentata, ragazze?- chiede con un sogghigno l’Uomo Ghiaccio -Vi
siete divertite a New York?-
-Non sono affari tuoi, Drake.- ribatte, fredda Mindee.
-Qual è l’emergenza?- chiede Phoebe.
-Un tizio chiamato Exodus.- spiega Charles Williams -Ne sapete qualcosa?-
-Brutto cliente.- risponde Phoebe.
-Molto brutto.- conferma Mindee.
-Che ha fatto stavolta?- chiedono all’unisono.
-Minaccia di far saltare la Faglia di San Andreas e provocare un terremoto
che inghiottirà mezza California per insegnare agli umani a stare al loro
posto, parole testuali.- è la risposta di Kitty -Finora non ha fatto niente,
però.-
-È il suo stile.- afferma la Bestia -Vuole un pubblico. Vuole noi.-
-Sì, ne sono convinto anch’io.- replica Ciclope -Purtroppo è arrivato
proprio nel bel mezzo della crisi della scomparsa di Sara. Vorrei tanto
ignorare le sue minacce e concentrarmi solo su mia figlia ma non posso. Quel
matto vuole fare una strage e deve essere fermato.-
-Che intendi fare?- gli chiede Cannonball.
-Una squadra andrà da Exodus e il resto cercherà Sara. È la sola soluzione
possibile. Io guiderò la squadra che andrà in California. Con me verranno:
Arcangelo, Uomo Ghiaccio, Shadowcat, Cannonball, Stahl, Sabreclaw, Syrin, Havok e…-
-Scott…- interviene Monet St. Croix -... scordati quello che ti ho detto
prima sul non voler tornare in azione. Sono con te.-
Scott accenna ad un sorriso mentre replica:
-Molto bene. Ci vorrà una mezz’oretta per arrivare sul posto col jet a
piena potenza. Non possiamo perdere tempo. Tutti pronti alla partenza in cinque
minuti.-
Senza dire altro, Scott corre verso l’hangar e gli altri lo seguono senza
esitare.
Nuova Chandilar, Capitale dell’Impero Stellare Shi’Ar.
Il Cancelliere entra trafelato nella Sala del Trono.
-Majestrix!- esclama -Il momento che temevamo è arrivato: la Fenice si sta
risvegliando.-
La donna che governa uno dei più grandi imperi stellari si alza in piedi e
con voce stentorea proclama:
-Che sia fatto, ciò che deve essere fatto. Allerta la Guardia Imperiale.
Che partano subito per la Terra. Il pericolo della Fenice deve essere sventato
sul nascere e se per farlo dovranno uccidere il suo avatar o chiunque cerchi di
ostacolarli, che lo facciano senza esitazione.-
Il Cancelliere si inchina e dice semplicemente:
-La tua volontà sarà eseguita, Majestrix.-
Faglia di San Andreas, California
Mentre il Blackbird SR-77 degli X-Men è in arrivo verso uno dei più temuti
luoghi della California, Ciclope è a colloquio video con un uomo che nel corso
degli ultimi decenni è stato sia un combattivo avversario che un difficile
alleato.
Gli ultimi anni hanno visto stabilirsi tra lui e gli X-Men una fragile
tregua che ora sembra essere compromessa.
<<Ti assicuro,
Scott…>> sta dicendo Magneto <<… che Exodus sta agendo di testa
sua. Le sue azioni non devono ricadere sulla mia gente.>>
-Spettava a te tenerlo sotto controllo, Magnus.- ribatte Ciclope -E, come
al solito, non ci sei riuscito.-
Sul volto del Maestro del Magnetismo un’espressione di rabbia repressa a
fatica.
<<Che intendi fare?>> chiede infine.
-Sistemarlo per bene e poi farlo rinchiudere nella cella più sicura della
Volta per il resto della sua vita.-
<<Le prigioni dell’isola possono…>>
-Non farmi ridere, vecchio.- interviene Sabreclaw -Non sei mai riuscito a
trattenere quel pazzoide e non saremo mai così pazzi da affidarlo a te. Penserò
io a lui una volta che lo avrò a tiro.-
Stavolta Magneto non trattiene la collera.
<<Insolente ragazzino.
Chiedi a tuo padre se è saggio sfidarmi.>>
-Mio padre è ancora in giro nonostante i tuoi sforzi, vecchio.-
La comunicazione s’interrompe d’improvviso.
-Gli hai fatto saltare i nervi, Harry.- commenta Petey Rasputin.
-Quel vecchio non m’impressiona.- proclama Sabreclaw.
-Quel vecchio è uno dei mutanti… degli esseri umani… più potenti della
Terra.- ribatte Arcangelo -E non è salutare farlo arrabbiare, credetemi.-
-Non dirmi che ti spaventa.- replica il figlio di Wolverine.
-Non ne ho paura, lo rispetto, è molto diverso.-
Prima che Erista possa ribattere una voce risuona nelle loro menti.
“Benvenuti X-Men, benvenuti alla
vostra sconfitta.”
Un attimo dopo il Blackbird va in mille pezzi.
Da qualche parte.
È passato del tempo da quando i due cospiratori hanno portato qui Sara
Summers monitorando quello che le succedeva. Hanno visto un guscio psionico a
forma di uovo formarsi intorno a lei ed ora lo vedono schiudersi e qualcosa
emergere: una figura femminile dai capelli rossi inguainata in un costume nero
con il simbolo della fenice sul petto.
È avvolta da un’aura di fuoco che ha la forma di un uccello rapace dalle
ali spiegate. I suoi occhi brillano e la sua voce tuona:
-Io sono il fuoco e la vita incarnati! IO SONO… FENICE!-
Continua
Su X-Men Speciale Next dove… ma
perché dovremmo dirvelo e rovinarvi la suspense? Leggetelo e lo saprete. -_^
Note
Poco da dire in realtà, giusto un breve excursus su
alcuni dei personaggi introdotti ex novo o quasi in questa storia che celebra
15 anni di Marvelit con uno sguardo ad un futuro possibile.
Sabreclaw, alias Erista, alias Harris T. Logan, è il
figlio di Wolverine e di Gahck, donna a capo di una tribù della Terra Selvaggia di presumibile origine neandertaliana. È apparso per la prima
volta in “Wolverine: the Jungle adventure” datato febbraio 1990 ad opera di
Walt Simonson & Mike Mignola. Ad oggi Logan non sa di avere avuto questo
figlio, ma noi diamo per scontato che dopo 15 anni lo abbia saputo. Il nome
Sabreclaw ed il look derivano, però, dall’omonimo personaggio MC2 creato da Tom
De Falco & Ron Frenz.
Peter di Nereel, alias Piotr Petrovitch Rasputin, alias Peter Rasputin
Jr., alias Stahl, è il figlio di Colosso e Nereel leader del Popolo della
Cascata nella Terra Selvaggia (evidentemente ogni volta che un X-Man maschio si
accoppia con una donna della Terra Selvaggia mette a segno un colpo. Non
abbiamo potuto ancora verificare se è vero anche nel senso opposto -_^).
Stahl non è altro che Acciaio
in Russo.
Carolyn Chase è stata creata da Don
McGregor & Sal Buscema in
Luke Cage:
Power Man #31 datato maggio 1976. Figlia del Detective Quentin Chase, a quanto pare ha
seguito le orme paterne entrando in Polizia.
Agustín Lanuez è un personaggio creato ex novo da Mickey.
Il titolo è un omaggio al film “Il volo della Fenice” del 1965.
Come sempre, mandate le lodi a Carlo e le minacce di morte a Mickey. -_^
Carlo & Mickey